L’architetto non voleva solo recuperare i fabbricati esistenti, ma voleva sfruttare la possibilità di realizzare un ampliamento di superficie, in modo da realizzarvi almeno 4 camere da letto. Questo ampliamento non avrebbe dovuto soffocare la parte esistente, ma avrebbe dovuto collegarsi ad essa in modo da essere, da un lato il suo organico complemento e dall’altro il suo mezzo di contrasto.
“Ho cercato quindi un linguaggio il più possibile neutrale e lineare, -afferma l’architetto Zanaroli- anche se decisamente diverso, che definisse i nuovi volumi. Ho utilizzato, come “cerniera” tra il vecchio e il nuovo fabbricato, un volume dalla forma elementare, leggermente arretrato e ribassato, che lasciasse “respirare”, con ampi vuoti e grandi aperture, le antiche pietre delle pareti sulla quale il nuovo fabbricato si innesta. Se da un lato il voluto contrasto rompe visivamente e stilisticamente con il passato, dall’altro l’omogeneità e la continuità materica e cromatica delle superfici, interne ed esterne, e dei percorsi rendono fluido lo spazio e morbido il passaggio tra i differenti corpi, stili e linguaggi.”