Siamo sempre alla ricerca di posti incantevoli da mostrarvi, locali arredati con gusto ed eleganza e, in questa nostra ricerca, ci siamo oggi “imbattuti” nelle immagini di un ristorante di Firenze, La Ménagère, oggetto di un progetto di riqualificazione ad opera dello studio di architettura e interior design q-bic. Vi abbiamo già mostrato sui nostri canali social questo posto che nutre, oltre che il fisico, anche tutti i sensi: riempe gli occhi di immagini incantevoli, si rimane basiti ammirandone la cura per il dettaglio e la ricercatezza di ogni elemento presente, è possibile al suo interno vivere un’esperienza indimenticabile data da una somma di sensazioni legati al design, ai profumi, al gusto e alla musica.
Ma torniamo a parlare di design: una nostra lettrice ci ha chiesto recentemente quale azienda produca i lampadari presenti nelle immagini del ristorante e noi abbiamo voluto soddisfare la sua richiesta.
I lampadari presenti in questo ristorante sono progettati e creati da Karman, azienda italiana fondata nel 2005 che propone una tipologia di illuminazione non convenzionale, ironica, creativa che rende questo brand unico, singolare ed identificabile. I lampadari presenti nel locale sono uno più bello dell’altro: Lucilla, Life, Sisma, Nando, Au Revoir e Déjà-vu Nu…proprio questi ultimi due modelli hanno attirato l’attenzione della nostra lettrice. Si tratta di due sospensioni caratterizzate dal design originale, incantato, ideate dal designer Matteo Ugolini.
Déjà-vu Nu: singoli bracci (ricoperti di foglie d’acanto) in ceramica bianca satinata che fluttuano nel vuoto. Potete scegliere la soluzione con un braccio singolo, ma noi riteniamo che siano molto più decorativi e d’impatto se posti in gruppo. Lo trovate disponibile in due dimensioni: 42x12xh 25 cm e 60x17xh32 cm.
Au Revoir: uno chandelier componibile in vetro bianco opalino che potete avere a 5 o 11 bracci in base all’effetto che volete ottenere e allo spazio a vostra disposizione. Ogni braccio termina con un motivo floreale a corolla che sembra sciogliersi, come se la struttura fosse fatta di cera, creando l’effetto di stare quasi per abbandonare la struttura centrale.